Avvocati penalisti contro Delmastro: “Nordio gli revochi la delega alle carceri”

L’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI) chiede al ministro della Giustizia Carlo Nordio di ritirare la delega alle Carceri al sottosegretario Andrea Delmastro, dopo le dichiarazioni di quest’ultimo alla cerimonia per le nuove auto della Polizia Penitenziaria. Delmastro, esponente di Fratelli d’Italia, ha definito una “intima gioia” l’idea di “non lasciare respirare” i detenuti in alta sicurezza e al 41-bis, parole che hanno sollevato un’ondata di polemiche.

“La gravità di queste affermazioni, connotate da un disprezzo umano inaccettabile, è evidente, tanto che lo stesso Delmastro ha cercato di rettificare goffamente il loro significato,” scrivono i penalisti. La UCPI denuncia inoltre il mancato intervento politico per chiedere le dimissioni del sottosegretario, nonostante la gravità dell’accaduto.

Meloni difende Delmastro: “Non vogliamo far respirare la mafia”

Dal Brasile, durante il G20, la premier Giorgia Meloni ha respinto le critiche: “Non mi scandalizzo se qualcuno dice che il governo non vuole far respirare la mafia,” ha dichiarato, generando una spaccatura con il mondo forense, finora incline a sostenere alcune riforme del governo.

Opposizione in campo

Da +Europa, Riccardo Magi ha definito le parole di Delmastro una conseguenza della “cultura giuridica” del governo, accusandolo di immobilismo di fronte alle 80 morti per suicidio in carcere registrate quest’anno. Per Debora Serracchiani del PD, la difesa di Meloni rappresenta una “toppa peggio del buco,” chiedendo un intervento deciso per le dimissioni del sottosegretario.


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G20: Tassazione globale per i super-ricchi, addio alla tassa digitale

Il G20 di Rio de Janeiro si è concluso con un focus sulla tassazione dei super-ricchi come nuova strategia per combattere le disuguaglianze e sostenere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Niente tassa minima per i miliardari, come proposto dal presidente brasiliano Lula, ma un cambio di rotta rispetto alla tassazione digitale, ora in stallo.

La svolta fiscale

Nel comunicato finale, i leader del G20 hanno sottolineato l’importanza della tassazione progressiva come strumento per ridurre le disuguaglianze, migliorare la sostenibilità fiscale e finanziare politiche di sviluppo ambiziose. “La tassazione dei patrimoni estremamente elevati è cruciale per garantire equità e sostenibilità”, si legge nel documento.

Fine dell’era della tassa digitale

L’accordo OCSE/G20 sulla tassazione digitale, firmato nel 2021, è in fase di stallo, con il Pilastro Uno – che avrebbe dovuto introdurre regole globali per tassare i giganti del web – bloccato dalla mancanza di consenso, in particolare degli Stati Uniti. Con il possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, lo scenario si complica ulteriormente.

Verso una patrimoniale globale

Il G20 punta ora a una collaborazione internazionale per tassare i super-ricchi in modo efficace, contrastando l’uso di paradisi fiscali e strumenti di elusione. Secondo il World Inequality Report 2022, l’1% più ricco detiene il 45% della ricchezza globale, mentre il 50% più povero controlla meno del 2%. Il G20 intende promuovere meccanismi di scambio di buone pratiche e strumenti anti-elusione, rafforzando il Quadro BEPS.

Cooperazione fiscale internazionale

Novità anche sul fronte della cooperazione globale: il G20 ha aperto alla possibilità di una Convenzione Quadro dell’ONU sulla fiscalità internazionale, un progetto mirato a coordinare le politiche fiscali globali e combattere le disuguaglianze economiche. “La cooperazione fiscale deve essere inclusiva ed efficace”, conclude la Dichiarazione del G20, evidenziando l’importanza di una governance globale più equa e coordinata.


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Pagelle ai magistrati: via libera ai nuovi criteri di valutazione

Arrivano le pagelle per giudici e pubblici ministeri, previste dalla riforma Cartabia. Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha approvato a maggioranza i nuovi criteri di valutazione, introdotti dal decreto legislativo n. 44 del 28 marzo 2024, attuativo della legge delega n. 71 del 17 giugno 2022. Il sistema combina parametri statistici e qualitativi, limitando il peso gerarchico dei dirigenti.

Come funzionano le valutazioni

I magistrati saranno giudicati con voti come «discreto», «buono» o «ottimo» in base alla capacità di organizzare il lavoro. Tra i parametri considerati ci sono l’indice di smaltimento (affari risolti rispetto al totale) e quello di ricambio (affari definiti rispetto ai nuovi). Inoltre, una “grave anomalia” scatta se il tasso di annullamento o riforma dei provvedimenti supera i due terzi, salvo casi episodici o fisiologici, come lievi modifiche di pena nel penale o variazioni nel civile.

Un equilibrio delicato

Il CSM ha scelto un approccio bilanciato: parametri oggettivi per garantire meritocrazia, ma con clausole di salvaguardia che permettono di valorizzare anche elementi soggettivi. Le nuove regole si applicheranno alle valutazioni quadriennali successive all’approvazione della delibera, segnando un passo verso una maggiore trasparenza e responsabilità nella magistratura.


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Codice della Strada: ecco tutte le nuove regole per automobilisti e non solo

Sanzioni più severe per chi usa il telefono alla guida, obbligo di targa e assicurazione per i monopattini, restrizioni per i neopatentati e misure drastiche contro l’abbandono degli animali. Questi sono solo alcuni dei principali interventi contenuti nel nuovo Codice della Strada, che domani dovrebbe ricevere il via libera definitivo in Senato. Ecco nel dettaglio le novità più rilevanti.

Uso del cellulare alla guida: pene più dure

Chi viene sorpreso al volante con il telefono in mano rischia una multa tra 250 e 1.000 euro e una sospensione della patente per una settimana, oltre alla decurtazione di 10 punti. In caso di recidiva, la multa sale fino a 1.400 euro e la sospensione può arrivare a tre mesi. Se l’utilizzo del cellulare provoca un incidente, le sanzioni diventano ancora più severe.

Guida in stato di ebbrezza e “alcolock” obbligatorio

Le nuove norme inaspriscono anche le pene per chi guida dopo aver bevuto:

  • Tasso alcolemico tra 0,5 e 0,8 g/l: multa fino a 2.170 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
  • Tasso tra 0,8 e 1,5 g/l: ammenda doppia e arresto fino a 6 mesi.
  • Oltre 1,5 g/l: arresto da 6 mesi a 1 anno, multa tra 1.500 e 6.000 euro e sospensione della patente da 1 a 2 anni.

Per chi supera il limite di 0,8 g/l sarà obbligatorio l’installazione dell’alcolock, un dispositivo che permette di avviare il veicolo solo dopo aver verificato l’assenza di alcol nel respiro del conducente.

Monopattini: targa, casco e assicurazione obbligatori

I monopattini elettrici saranno equiparati a mezzi motorizzati: dovranno avere una targa, un’assicurazione e indicatori luminosi per svolta e frenata. L’uso del casco diventa obbligatorio, e le multe per chi non rispetta le regole vanno da 100 a 800 euro. Inoltre, questi mezzi non potranno circolare al di fuori dei centri urbani.

Restrizioni per i neopatentati

Chi ha appena conseguito la patente non potrà guidare veicoli con una potenza superiore a 75 kW/t o autovetture con più di 105 kW.

Nuove regole per autovelox

Gli autovelox potranno essere posizionati solo su tratti di strada in cui il limite massimo non è inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello stabilito dal Codice. Dovranno essere segnalati almeno 1 km prima, e tra due dispositivi dovrà esserci una distanza minima di 3 km sulle strade extraurbane principali e di 1 km su quelle secondarie.

Se un conducente accumula più multe sullo stesso tratto di strada, emesse nello stesso arco di tempo e dallo stesso ente, sarà tenuto a pagare solo la multa più grave, aumentata di un terzo.

Parcheggi e tutela dei disabili

Sanzioni inasprite per chi parcheggia nei posti riservati ai disabili (da 330 a 990 euro) o nelle fermate degli autobus (da 165 a 660 euro).

Protezione degli animali

Chi abbandona animali lungo le strade rischia la sospensione o la revoca della patente per un periodo fino a un anno, una misura che punta a scoraggiare comportamenti irresponsabili e pericolosi.


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Confintesa FP: “Il personale giudiziario non può essere il capro espiatorio del fallimento del Processo Penale Telematico”

Ancora una volta, il personale del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria si trova a fronteggiare accuse che puntano a individuare un capro espiatorio per i problemi del sistema. Confintesa Funzione Pubblica denuncia come, anche in questa occasione, la responsabilità venga scaricata su lavoratori già provati da anni di insufficienze strutturali e demansionamento.

Secondo il sindacato, il personale vive una condizione di disagio cronico: progressioni di carriera promesse ma mai realizzate, collocazioni inadeguate e accordi siglati, spesso disattesi. Nonostante ciò, viene ora additato dall’avvocatura come principale responsabile delle criticità legate al Processo Penale Telematico (PPT), un sistema che non funziona come dovrebbe.

Formazione inesistente e strategie lacunose

Confintesa punta il dito contro una gestione ministeriale priva di programmazione. “La mancanza di una formazione adeguata è lampante. In molti casi, non si è mai avuta una preparazione concreta e mirata”, denuncia il comunicato, evidenziando come il Ministero abbia dato priorità al lancio del PPT, trascurando aspetti fondamentali come la formazione del personale.

È legittimo, si chiedono i sindacalisti, imputare ai dipendenti la responsabilità di un progetto male impostato sin dall’inizio?

Il personale: dedizione silenziosa ma senza riconoscimenti

Il comunicato riflette anche sull’atteggiamento del personale, spesso caratterizzato da uno stoicismo che rischia di diventare un’arma a doppio taglio. “I dipendenti continuano a lavorare con professionalità, sopportando difficoltà crescenti e abbassando la testa, senza mai reagire in modo costruttivo,” osserva Confintesa. Questo atteggiamento, pur encomiabile per la tenacia dimostrata, potrebbe aver contribuito a perpetuare una situazione di immobilismo.

Riforme e valorizzazione per un sistema efficiente

Per il sindacato, il punto di partenza per superare l’attuale impasse è il riconoscimento dell’impegno e della dedizione del personale giudiziario. “Non si può continuare a scaricare le colpe su chi lavora nel sistema, ma occorre affrontare le vere problematiche con una visione di insieme”, sottolinea il comunicato.

La strada per il miglioramento passa da riforme radicali, che comprendano una reale valorizzazione delle risorse umane, il rispetto degli accordi, e una formazione mirata e coerente. Solo così, conclude Confintesa, sarà possibile garantire l’efficienza del Processo Penale Telematico e il buon funzionamento dell’intera organizzazione giudiziaria.


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Il ministro Nordio all’Aja per bilaterale con l’omologo olandese

Roma, 19 novembre – Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha incontrato oggi pomeriggio l’omologo olandese, David van Weel. È il primo incontro fra i due ministri dopo l’insediamento del nuovo governo neerlandese. Al centro del colloquio la lotta alla criminalità organizzata transnazionale, la difesa delle democrazie e la tutela dello stato di diritto come priorità per l’UE, l’impegno comune nel contrasto al traffico illegale di droghe sintetiche nei porti europei.

La lotta alla criminalità organizzata transnazionale è una priorità per i nostri governi”, ha affermato il ministro Nordio, sottolineando la recente visita in Italia di una delegazione di procuratori olandesi nell’ambito di un’attività di confronto in materia di cooperazione giudiziaria con i colleghi italiani. Il riferimento al modello italiano dell’antimafia è previsto dall’accordo di coalizione dell’esecutivo olandese.

I due ministri hanno poi condiviso la necessità di unire le forze per combattere il crimine organizzato finalizzato alla tratta di esseri umani e all’immigrazione illegale. Essi hanno inoltre discusso sulla competenza riguardo alla definizione di paese sicuro nelle rispettive legislazioni. “Il problema della lotta alla immigrazione irregolare – ha spiegato il ministro Nordio – non è solo italiano e olandese, ma europeo”. Per questo i due ministri hanno condiviso l’opportunità di affrontare il tema già alla prossima riunione della Consiglio europeo giustizia che si terrà il 13 dicembre.

L’Italia e l’Olanda, hanno condiviso i due ministri, sono allineate anche nel contrasto a tutti i reati derivanti dall’utilizzo illegale delle nuove tecnologie, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale: “l’obiettivo principale è regolamentare l’uso di queste nuove tecnologie sulla base di una visione antropocentrica, in cui l’uomo è protagonista dello sviluppo delle capacità dell’IA”, ha sottolineato Nordio.

I due ministri hanno infine confermato il loro sostegno alla coalizione di Paesi europei contro il crimine organizzato per intensificare il contrasto alle attività criminali dei Narcos nei porti europei.


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Innovazione tecnologica e giustizia: il contributo di Servicematica e le sfide del processo civile telematico

Si è tenuto un incontro di alto profilo sull’innovazione tecnologica applicata alla giustizia, moderato da Rosa Colucci. L’evento ha visto la partecipazione di figure istituzionali ed esperti del settore, tra cui Ettore Sala, Capo dipartimento Innovazione tecnologica del Ministero della Giustizia, Federica Santinon della Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense, e Matteo Zandonà e Gianluca Zandonà di Servicematica, azienda leader nel campo della digitalizzazione giudiziaria.

Tra gli interventi, quello di Gianluca Zandonà ha illustrato il ruolo pionieristico di Servicematica nel processo civile telematico (PCT). “Servicematica ha seguito fin dall’inizio il PCT, contribuendo a creare le infrastrutture nei tribunali e supportando costantemente gli aggiornamenti del sistema”, ha spiegato Zandonà. L’azienda ha inoltre sviluppato software innovativi per pubbliche amministrazioni, ordini professionali, organismi di mediazione e di composizione della crisi.

Un esempio emblematico del loro impegno è il progetto nato in Veneto durante la pandemia, grazie alla collaborazione con l’avvocata Federica Santinon, ex Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Venezia, e l’avvocato Alessandro Moscatelli, Presidente dell’Ordine di Vicenza. Il progetto, avviato nei tribunali di Venezia e Vicenza, ha introdotto monitor informativi dislocati nei piani e presso le stanze dei giudici, permettendo agli avvocati di visualizzare in tempo reale il ruolo d’udienza.

“Abbiamo successivamente realizzato un’app dedicata agli avvocati, che consente loro di monitorare il ruolo d’udienza direttamente dal proprio dispositivo. L’app invia notifiche sullo stato delle udienze, avvisando l’utente quando arriva il proprio turno,” ha aggiunto Zandonà. Questo sistema ha rappresentato una svolta per la gestione dei tribunali, tanto che il Tribunale di Venezia ha richiesto di implementarlo anche nella nuova sede della Cittadella della Giustizia.

Zandonà ha poi affrontato il tema delle novità introdotte dalla riforma Cartabia, che ha esteso il PCT agli uffici del giudice di pace. Questa evoluzione ha portato vantaggi significativi all’avvocatura, ma ha anche posto nuove sfide per le pubbliche amministrazioni, che devono ora adeguarsi al deposito telematico delle comparse di costituzione e risposta.

“La procedura di accreditamento è stata semplificata, ma persistono criticità,” ha sottolineato. Tra queste, la difficoltà per alcune amministrazioni di accedere a tutti i fascicoli in cui risultano costituite, a causa di dati incompleti inseriti nel sistema. Inoltre, Zandonà ha evidenziato l’importanza di utilizzare i codici IPA per distinguere le articolazioni territoriali delle amministrazioni centrali, una funzionalità prevista ma ancora poco utilizzata.

L’incontro si è concluso con un confronto costruttivo tra i relatori e il pubblico, focalizzandosi sulle prospettive di ulteriore sviluppo tecnologico per migliorare l’efficienza e l’accessibilità del sistema giudiziario italiano.

Guarda qui l’intervento di Gianluca Zandonà

Guarda qui la registrazione integrale dei lavori


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Giustizia, Santinon (CNF): “Accesso alla banca dati di merito del Ministero anche per gli avvocati”

 

“Auspichiamo l’accesso degli avvocati nella banca dati di merito del Ministero”: così l’avvocata Federica Santinon durante l’incontro “L’informatizzazione della giustizia: innovazioni e sfide nel processo di digitalizzazione” l’ultimo appuntamento della rassegna “Dialoghi sui diritti”, organizzata dalla testata “Avvocati”, che si è tenuto ieri presso Montecitorio.

L’incontro ha visto la partecipazione di esponenti istituzionali ed esperti di settore, tra cui Ettore Sala, Capo dipartimento Innovazione tecnologica del Ministero della Giustizia, Federica Santinon, Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense, Matteo Zandonà e Gianluca Zandonà di Servicematica, azienda all’avanguardia nell’innovazione tecnologica applicata al settore giustizia. Ha moderato Rosa Colucci, direttrice di Avvocati.

“La questione della banca dati di merito per l’Avvocatura è un tema particolarmente delicato – ha spiegato l’avvocata Santinon. Ad oggi, infatti, gli avvocati non hanno accesso alla banca dati ministeriale, quella riservata ai magistrati. Sarebbe giusto poter usufruire di tale strumento. Si tratta di una risorsa fondamentale, che include circa 10 milioni di provvedimenti e 4 milioni di sentenze. Inoltre, questa banca dati potrebbe integrarsi con l’intelligenza artificiale, offrendo funzionalità avanzate come prompt e interrogazioni rapide. Per garantire una parità effettiva tra avvocato e magistrato, è quindi indispensabile che anche noi possiamo accedervi, con le stesse possibilità di utilizzo”.

La BDM consente la consultazione telematica di tutti i provvedimenti civili (sentenze, ordinanze e decreti), pubblicati a partire dal 1° gennaio 2016 e fino all’attualità nei Tribunali e nelle Corti d’appello:  un patrimonio informativo di circa 3,5 milioni di sentenze.


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L'”intima gioia” di Delmastro e le reazioni di politica e avvocatura

Nuova polemica per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro dopo un discorso pronunciato durante la presentazione di un’auto della polizia penitenziaria, destinata al trasporto di detenuti sottoposti al regime del 41 bis. “È per il sottoscritto un’intima gioia l’idea di far sapere ai cittadini come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro”, ha dichiarato Delmastro, suscitando un’ondata di critiche.

Il video dell’intervento, rapidamente diffuso online, ha scatenato l’indignazione dell’opposizione. Matteo Renzi (Italia Viva) ha definito le parole “vergognose” e ha chiesto le dimissioni immediate del sottosegretario. Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra) ha parlato di “frasi prive di umanità”, accusando Delmastro di promuovere un messaggio vicino alla tortura. Anche Michela Di Biase (Pd) ha attaccato, invitando Giorgia Meloni a chiarire se simili affermazioni siano compatibili con il suo governo, mentre Riccardo Magi (Più Europa) ha evocato “parole degne di un regime sudamericano”.

Non si è fatta attendere la replica di Fratelli d’Italia. Giovanni Donzelli ha definito le critiche “polemiche surreali” tese a indebolire la lotta alla mafia. “Siamo orgogliosi di non lasciare tregua ai mafiosi al 41 bis”, ha dichiarato il deputato.

Anche l’Associazione Nazionale Partigiani (ANPI) ha preso posizione, accusando Delmastro di atteggiamenti “sadici” e invocandone le dimissioni.

Nel frattempo, la Camera Penale di Cosenza ha pubblicato una dura nota, che riportiamo integralmente, sottolineando il contrasto tra le priorità dichiarate dal sottosegretario e i gravi problemi logistici del sistema giudiziario locale. Gli avvocati hanno invitato Delmastro a dimettersi, definendo le sue parole lontane dai principi costituzionali e incompatibili con il suo ruolo istituzionale.

Sottosegretario Delmastro, ritorni libero di dire ciò che pensa, senza farcene vergognare. Si dimetta!

Signor Sottosegretario Delmastro, sicuramente rettificherà quel suo incivile pensiero, che ha reso pubblico nel corso della recente presentazione della nuova auto della polizia penitenziaria: la sua gioia nel “far sapere ai cittadini come noi trattiamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi incalziamo chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato”.

Ma, prima che lo faccia, le rivolgiamo alcune riflessioni.

Il circondario giudiziario di Cosenza, come a sua conoscenza, è, di fatto, privo del Palazzo di Giustizia cittadino, in cui non possono celebrarsi udienze che riguardano maxiprocessi perché “non avrebbe aule protette”.

Per questo motivo, cancellieri, giudici, pubblici ministeri e avvocati, in una sorta di nomadismo giudiziario senza precedenti, sono costretti, con cadenza settimanale, a migrare verso le più disparate sedi giudiziarie calabresi: dapprima Lamezia Terme e, da poco, Castrovillari.

Ritenevamo scontato il suo intervento quale esponente del Dicastero della Giustizia, se non per la tutela del corretto esercizio della giurisdizione quanto meno per la enorme quantità di denaro pubblico speso per tale migrazione di uffici giudiziari. Nulla.

Invece, leggiamo del suo tempestivo “inno alla repressione”, reso da Uomo dello Stato che ha giurato sui 139 articoli della Carta costituzionale.

Signor Sottosegretario Delmastro, quando gli uomini dello Stato assumono atteggiamenti distanti dalla Costituzione creano un insanabile corto circuito. Ne prenda atto e colga l’occasione di apparire, oltre che essere, Uomo dello Stato: non senta più il peso di rappresentarci e si disfi del “fardello” della responsabilità della rappresentanza istituzionale; ritornerà libero di dire ciò che pensa, senza che noi tutti dobbiamo vergognarcene.

Camera penale di Cosenza


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Legge di Bilancio, AIGA: si approvi emendamento istituzione “fondo praticanti”

 “Pieno sostegno da parte dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) alla proposta emendativa dell’onorevole Davide Faraone alla Legge di Bilancio 2025, che prevede l’istituzione di un Fondo di Sostegno per i Compensi dei Praticanti Avvocati presso il ministero della Giustizia, con una dotazione iniziale di 240 milioni di euro per il 2025. Il fondo consentirebbe di erogare un contributo mensile di 400 euro per ogni praticante iscritto al registro, aggiuntivo (e non sostitutivo) dei compensi e rimborsi riconosciuti ai sensi della Legge Professionale e del Codice Deontologico”. Lo afferma Carlo Foglieni, presidente AIGA.

“Se approvata – spiega Foglieni – questa misura sarebbe un importante passo avanti per garantire una prima forma di riconoscimento economico ai giovani laureati che si affacciano alla professione forense, in linea con i principi del Codice Deontologico”.

AIGA ribadisce l’importanza di “valorizzare il percorso formativo dei praticanti, affinché possano svolgere il tirocinio professionale in condizioni di maggiore equità e sostenibilità economica. A tal fine, oltre all’istituzione del fondo praticanti, riteniamo fondamentale il coinvolgimento anche delle Regioni affinché pubblichino bandi per il riconoscimento di contributi per tirocini obbligatori e non delle professioni ordinistiche, nonché inserire nella nuova legge professionale il vecchio patrocinio abilitativo, così da consentire al praticante di percepire un “compenso extra” e, al contempo, di responsabilizzarlo”. 

Per Foglieni, l’iniziativa dell’onorevole Davide Faraone “va dunque nella giusta direzione più volte auspicata dalla nostra Associazione, rappresentando l’accoglimento delle istanze formulate in questi anni ed una prima possibile risposta concreta alle difficoltà che molti giovani futuri avvocati affrontano nel loro percorso professionale”.


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